Giovanni Ferrero

Scrittura e Rivelazione

E la penna domandò: "Che devo scrivere?".
E Dio rispose:
"Scrivi la mia sapienza e tutte le mie creature, dal principio alla fine del mondo".
E subito la penna prese a scrivere.
(Et confestim cepit penna scribere)
(Il Libro della Scala di Maometto, tr. it.R.R.Testa, Cap.XX,52, pp.45-46, Mondatori,1999)

Lì si vedrà, tra l'opere d'Alberto,
quella che tosto moverà la penna,
Paradiso,XIX,115-116

    MARTIN LINGS, IL PROFETA MUHAMMAD,La sua vita secondo le fonti più antiche,Il leone verde, Torino 2004, pp.XV,372.

     La recente traduzione in italiano del testo di Martin Lings, pubblicato la prima volta nel 1983 da The Islamic Texts Society a Cambridge con il titolo Muhammad: His Life Based on the Earliest Sources, permette al lettore di lingua italiana di accedere ad "alcune fonti arabe dell'ottavo e nono secolo" di cui egli troverà "alcuni passi importanti [...] tradotti per la prima volta".

     Nel capitolo 15 Le prime Rivelazioni si trova forse una di queste fonti tradotte per la prima volta. L'autore espone l'elezione di Muhammad a Profeta sulla base della Sura XCVI, secondo cui l'Angelo invita Muhammad, ritiratosi secondo fonti posteriori in una caverna durante il mese di Ramadan , a proclamare o a leggere ad alta voce nel nome del Signore creatore,costituendolo in questo modo Profeta. Il Signore non solo ha creato l'uomo da un grumo di sangue (Sura XCVI,2)ma, essendo il più Generoso, ha insegnato per mezzo del calamo, ha insegnato all'uomo ciò che non sapeva (Sura XCVI,3-5). Nella Sura del Calamo detta anche La Sura del Nun,(LXVIII) considerata generalmente dai commentatori mussulmani la seconda sura rivelata a la Mecca si ritrova un giuramento divino: per il calamo,

     L'autore cita come fonte del passo citato sulla scrittura del calamo Muhammad ibn 'Isà at-Tirmidhi dell'ottavo secolo, il cui riferimento (Tir. 44) viene fatto secondo il sistema usato da Wensinck, Handbook of Early Muhammadan Tradition

     Ora se si confronta il testo citato in traduzione italiana con il passo, premesso a questa nota, del Il Libro della Scala di Maometto emergerà una straordinaria somiglianza tra il testo di Muhammad ibn 'Isà at-Tirmidhi e quello tradotto in italiano dal latino di R.R. Testa, soprattutto nella risposta di Dio alla penna, quasi come se l'uno fosse la fonte dell'altro. Poichè l'originale arabo del Libro della Scala, tradotto per ordine di Alfonso il Savio a Toledo dall'arabo in castigliano e da questa lingua in latino non è più stato trovato, qualsiasi passo arabo che si possa rintracciare è prezioso per la storia del testo e merita di essere portato alla attenzione degli studiosi. Nel racconto latino (XX,52) la sequenza inizia dalla creazione simultanea del cielo e del trono di Dio. Assieme al trono Dio creò una tavola di scrittura e con questa una splendida penna per scrivere con l'ordine alla penna di scrivere. A questo punto viene riportato il dialogo tra la penna e Dio. L'unica differenza che si può rintracciare consiste nella sostituzione a al giorno della resurrezione con alla fine del mondo coincidente con il giorno della resurrezione.

     L'importanza del riferimento al calamo o penna, sia nel Corano che nel Il Libro della Scala di Maometto è decisiva per comprendere lo statuto della Rivelazione di Dio, legata alla scrittura e pone la questione di che cosa l'uomo deve scrivere affinchè sia in grado di ricevere ciò che non sapeva. È la scrittura della lingua parlata o quella della scienza o sapienza?